sabato 31 dicembre 2011

Salomérkel


Il Giornalaccio, nel disperato tentativo  di restituire ad un buffone di corte la dignità di re detronizzato dall'odiosa congiura di palazzo, ci regala oggi un pezzo di grande giornalismo intitolato, lo giuro: "E' stata la culona". Sottinteso, a chiedere al maggiordomo Napolitano la testa dell'Oloferne della Brianza.  Ovviamente la scusa era l'articoletto  in Dagospia mode del WSJ che tanto ha fatto discutere e sbavare ieri giornali e tiggì. Una notizia che doveva essere un megabotto di Capodanno stile Cap' e Lavezzi, ma ha già fatto la fine re bbòtt'a mmùro.

Licenziato da una culona e tardona. Come vorrei che fosse vero.

Update 2019. CRETINA, lo era.

mercoledì 28 dicembre 2011

Due BOT e via


Come ci siamo ridotti male, cari italianos. Ho come la sensazione che ormai ci compriamo e ricompriamo il debito in una sorta di squallido autoerotismo finanziario. Forse uno degli interventi clou previsti per la crescita rischia di essere l'asportazione coatta delle ultime due costole degli investitori? La perversione del futuro è la scripofilia?
Il bello è che ci sottoponiamo volontariamente a queste squallide BOTtarelle frettolose ed ahimé inconcludenti, visto che dopo cinque minuti l'effetto benefico sullo spread è già svanito. Con il governo dei banchieri di Dyo che però, dopo le due BOT e via, ti fa: "Ehi, sei stato veramente un grande, mi hai fatto vedere le stelle", come dicono le migliori puttane del regno.

domenica 25 dicembre 2011

Relativismo natalizio


Per uscire dalla solita retorica della neve, delle renne, della slitta e del caminetto acceso. Per esorcizzare il freddo della maremma maiala che ho patito ieri. Per ricordare, visto che sono una fanatica del relativismo, che a Sydney adesso è estate e Babbo Natale non sta certo a beccarsi la nebbiaccia padana e l'umidità che ti penetra nelle ossa ma sta down under in costumino rosso a prendere il sole e fare il bagno. Alla faccia nostra. Quindi non aspettatelo.

Con i miei migliori auguri di Buone Feste a tutti.
Barbara

giovedì 22 dicembre 2011

La Banca della Magliana


E' tornata la  Banda Cavallero, sono tornati i Marsigliesi, i turbolenti anni settanta delle rapine in banca con l'irruzione, il palo all'entrata e quello che aspetta in macchina con il motore acceso, la sparatoria con i pulotti in alfetta e il bottino da spartire tra i soci. 
Solo che, in questo mondo a polarità invertita, non sono più i banditi, i Jacques Mesrine o i Vallanzasca a rapinare le banche ma le banche a rapinare la gente comune. Non si fa più il colpo in banca, è la banca che fa irruzione nelle nostre case, ci fa sdraiare faccia a terra e ci ripulisce ben bene.

Che il fine ultimo di tutto questo terrorismo mediatico fossero i soldi, il grano, i dindini, i dané, gli schei, tanti e tanti schei da perderci la testa, da arraffare per le brame di rapina di questa associazione a delinquere di stampo bancario, questa versione in giacca, cravatta e tailleur di "Romanzo criminale" che si è fumata una fortuna in crack finanziario ed ora è in crisi di astinenza, lo si è ormai capito.  Ai banchieri di Dyo (denaro) sono cadute le maschere di gomma.

Ieri la BCE ha finalmente scucito 489 miliardi da spartire tra le banche europee, 40 miliardi solo per le italiane. A interessi ridicoli, praticamente gratis. Er Drago della Banca della Magliana è riuscito ad arrivare al caveau mentre la Marsigliese, Er Passera e il Professore tenevano in ostaggio l'Euro. Il trucco è stato chiamare la rapina "crisi". Il colpo del millennio, non c'è dubbio. Però era più simpatico Vallanzasca.

sabato 17 dicembre 2011

La manovrata di Giulia Sofia

Giulia Sofia Monti nei panni della più grande zia ricca di tutti i tempi: Margaret Thatcher

Bonanni, che di padroni se ne intende, dice che la manovra del governo Monti gli sembra fatta da suo zio che non capisce niente di economia. Sbagliato. Questa è la manovra di Giulia Sofia, il personaggio citato da Crozza-Montezemolo, che assomiglia molto alla zia ricca. La zia ricca non è assolutamente in grado di immedesimarsi in qualcuno che non appartenga al suo stesso livello sociale. La zia ricca è la teorica del relativismo economico, il cui principale enunciato recita che "se per lei cento euro sono una messimpiega da Evandro, per suo nipote cento euro sono fin troppi e gli devono comunque bastare per almeno un mese." La sua missione è (ri)educare maoisticamente il nipote scapestrato ad una vita di sacrifici e duro lavoro. 

Infatti, spulciando la manovra e le sue gabelle, sembra che Giulia Sofia voglia punire qualcuno di preciso.
Un cinquantino verso i sessanta, nato negli opulenti anni cinquanta e quindi viziato e poco abituato ai sacrifici, che sperava di andare in pensione l'anno prossimo. Sull'andante spiantato ma proprietario della casa di 200 mq che ha ereditato dai genitori e di un velleitario Hummer H3 del 2005 usato. Un duro ex capellone, scapolo impenitente che si rolla le sigarette da solo usando trinciato forte
Questo soggetto assomiglia sputato al nipote di tutte le zie ricche: Gianfilippo Maria Alfonso. 

Il guaio è che, quando la zia ricca va al potere, oltre a subire la sua incapacità di ragionare con 1000 euro in tasca di stipendio, ho l'impressione che diventiamo tutti suoi nipoti da rieducare. O no?

venerdì 16 dicembre 2011

I figli so' piezz 'e IMU


Siamo sette miliardi - e solo grazie alla politica di contenimento delle nascite applicata da decenni in Cina, altrimenti chissà - e questi reintroducono la tassa sugli scapoli e le nubili e sulle coppie senza figli. 
I banchieri di Dio premiano le coniglie che figliano futuri correntisti disoccupati e tassano senza pietà chi i figli non li ha avuti per scelta, per responsabilità, per sano egoismo o per infertilità.
Fino a 600 euro in meno per chi ha otto figli.  Solo 200 per gli altri a zero figli, indipendentemente dal reddito, magari basso.
L'utero intonso è un lusso come il posto barca a Capri. Sapevatelo.

Il satiro dimezzato




* Joel Peter Witkin, il genio del surrealismo macabro.

mercoledì 14 dicembre 2011

La manovra quantistica


Non è meraviglioso? Abbiamo il primo governo probabilistico al mondo, metodologicamente guidato dai principi della meccanica quantistica. Sarà l'influenza di Angela, dottoratasi con una tesi sulla chimica quantistica e sempre indecisa, anzi indeterminata, sul da farsi? Secondo il paradosso di Merkel, l'euro è al tempo stesso vivo e morto, come il gatto di Schrödinger. Capisco che sia snervante ma è la fisica modevna che si applica alla politica ed all'economia, bisogna adeguarvisi. Altro che il Newton del "o così o Pomì".
Probabilmente nessuno l'aveva capito ma quando Veltroni affermava che si poteva agire in un modo ma anche nell'altro, non era ambiguo, era quantistico. 

Così, quantisticamente, probabilmente ed indeterminabilmente, la manovra del Prof. Monti è al tempo stesso equa e ingiusta. Soprattutto, questa manovra riuscirà probabilmente a risolvere la crisi che probabilmente c'è veramente e allo stesso tempo non c'è. Che bellezza!

sabato 10 dicembre 2011

Beauty contest


Sapete cos'è il Beauty Contest? No, non è un concorso di bellezza per bèle tusette come questa qui sopra. E' l'ennesima legge truffa ad personam atta a preservare e sviluppare l'enorme conflitto di interessi  di chi sapete voi. Un'assegnazione praticamente gratuita di frequenze TV al mostro bifronte Raiset voluta dal precedente troiaio di governo, quando le stesse potrebbero essere messe all'asta per la cifretta di 2-4 miliardi - qualcuno dice addirittura di più - di euro. Un po' di vaselina per i culi dei pensionati e dei pensionandi quarantini in quarantena ci salterebbe fuori. Magari in confezione famiglia.

E' per questo che si è fatto notare a Mario che forse con le frequenze bisognerebbe proprio farci cassa e non regalarle al nanaccio. La Passerona banchiera che hanno messo alle infrastrutture dice che "ci sta pensando". Uhm, però la Passerona ha anche nominato l'ex ministro e mediasettario Romani, quello di "Colpo Grosso", come suo "inviato" in Afghanistan. Per organizzare un canale televisivo di spogliarelli nel paese del burqa? Non credo. 
Insomma, di colui che potrebbe in teoria far male agli interessi di Miss Telecomando non mi fido. Come non mi fido dei piddini che strepitano ora, dopo aver fatto flanella per anni con il conflitto di interessi di B. ed avergli giurato, a suo tempo, li mortacci loro, di mai toccargli le televisioni
Si è rivisto in questi giorni, indovinate chi? Gentiloni, quello che avrebbe dovuto, se il gatto non gli avesse mangiato il testo della legge, legiferare appunto sul conflitto di interessi di B. durante l'ultimo governo di centrodestrasinistra.

La novità potrebbe - con un bell'ebbe - venire dalla Lega che, sentendo tintinnar di forconi in Padania, sta pensando di appoggiare la richiesta di altri partiti di assegnare le frequenze TV con regolare asta a pagamento.
Ma occorre finalmente un governo che non si prenda paura di Sua Emittenza il Diabolo. Esiste tale governo, in qualche remoto angolo della galassia? 

venerdì 9 dicembre 2011

Ci sta venendo uno spread così


OK, abbiamo scherzato. Eravate sulla Candid Camera del Truman Show. Vi abbiamo presentato una bella commissione di professori, come quella di quando vi siete laureati; con il presidente tanto autorevole che, alla fine della discussione, vi ha stretto la mano comunicandovi il trenta e lode con voce metallica e la Prof. al suo fianco che si è commossa. Siete usciti dall'aula con il vostro bel diploma, orgogliosi del risultato e pronti ad indossare la corona d'alloro d'ordinanza per andare a festeggiare con i compagni di università.
Tempo una settimana e vi state già accorgendo che la vostra laurea non conta una mazza, con in più quella leggera ma dolorosissima sensazione di essere stati presi per i proverbiali fondelli per aver studiato tanto, per averci creduto, forse per niente.

Insomma, vuoi vedere che la Grande Manovra è solo un bluff e che, spulciando spulciando, c'è solo da restarne delusi, a meno di non essere banchieri con l'acqua alla gola? 
Avevano parlato tanto di equità ma, leggendo i commenti più autorevoli sulla manovra, le sue varie esegesi sui giornali, sembra di ritrovare descritti i soliti vecchi papocchi all'italiana che finiscono per creare ulteriori iniquità e mantenere tutte le precedenti incrostazioni di privilegio se non aggiungerne addirittura altre. Queste, si, di dimensioni veramente impressionanti.

Si fa più notare ciò che non c'è di buono, rispetto a quello che c'è. Ripensandoci e riflettendo, con il cervello tenuto bene al fresco grazie alle rigide temperature di questi giorni, ci accorgiamo che mancano cose fondamentali, proprio quelle che avrebbero potuto confermare l'avvenuto cambio di direzione del governo.
Inoltre, ciò che fa tucca' e nierv, come dicono a Napoli, è la formula della scusa magra, che viene addotta a giustificazione del mancato provvedimento sulle cose che avrebbero fatto equità.
Non si possono tassare ulteriormente i capitali scudati perché lo Stato si è impegnato con i cittadini evasori. Stato estorsore con i deboli, gentiluomo con i forti.
Non si possono tagliare i costi del Parlamento perché occorrerebbe, per farlo, una modifica costituzionale.
Non si può firmare il Piano Rubik con la Svizzera perché quella bagascia dell'Europa non vuole e sarebbe un condono.
Non si può applicare l'ICI ai beni immobili della Chiesa perché la Chiesa fa solo del bene. Strano, nessuno ha mai visto sul calendario un giorno dedicato a San Marcinkus da Chicago. E poi, a far pagare anche la Chiesa Cattolica, non ci avevano neppure pensato!
Sul fronte conflitto di interessi, lo Stato è disposto a rinunciare agli introiti della vendita delle frequenze TV per non disturbare il solito manovratore che conosciamo. Segno che il Commendator Monti e il Cavalier Don Giovanni fanno parte della stessa messinscena?
Sentite le azioni del governo che crollano? E c'è n'è abbastanza da far salire lo spread tra la nostra fiducia e Mario Monti a livelli di guardia.

Per carità, nessuno che pensasse che chi è espressione del più consolidato borghesume potesse instaurare la dittatura del proletariato. Visto che l'alternativa di sinistra, hai voglia di invocarla, non c'è, almeno una destra - non potendo avere altro - un poco più liberale e meno prona ai conflitti di interessi di ogni genere ce la potevamo meritare. Forse per un attimo ci avevamo pure sperato.
Invece il sorriso sornione di Mario sta tramutandosi in quello ambiguo e canaglia dello Stregatto, anzi dello Stregattopardo che cambia tutto per non cambiare nulla. Quel che è peggio, ognuno di noi sembra essere in grado di proporre strumenti per far cassa migliori e sicuramente più equi di quelli studiati dai professoroni. 
Segno che non si sono spremuti abbastanza perché sapevano di non poter disturbare più di tanto ed hanno fatto il minimo indispensabile?

Sembra proprio una cosa voluta, atta a dimostrare che è tutta colpa della politica. Seguitemi nel ragionamento.
Abbiamo un pool di cervelloni che partorisce una manovra "impressive" e poi è costretto praticamente a riscriverla daccapo perché la politica vuole mettere bocca su tutte le virgole. Se accadrà veramente questo, e cioè se toglieranno l'ICI sulla prima casa perché il PDL lo vuole e smorzeranno il colpo sui pensionati per far piacere al PD, allora mi domando se i famosi mercati saranno così boccaloni da credere nella nostra serietà. Sarebbero autorizzati a prenderci ancora una volta per i pagliacci che siamo.
A meno che non si voglia dimostrare una cosa sola. Che la politica, in tema di governo dell'economia, è d'intralcio, tanto più se rappresenta un sistema democratico dove mettono bocca tutti. Che tanto, se dei tecnici stilano una manovra, la politica non farà altro che rovinargliela, rendendola meno dura per i propri elettori. Ergo, l'economia si deve autogovernare e basta. La politica non serve più se non per vidimare i provvedimenti presi dai tecnici di turno. Se è questo il masterplan, allora avevano ragione i complottisti della prima ora e si spiegherebbe perché il nano ha mollato così facilmente. Perché, alla fine, dalla messa in mora della democrazia ci guadagnerà anche lui e con meno sforzo di quando governava a tempo perso.
In fondo quel sospettuccio che la crisi fosse pompata come i muscoli del culturista per arrivare ad ottenere la rinuncia alla democrazia come effetto collaterale della shock economy, lo avevamo sempre avuto ma ci siamo illusi che non fosse vero. Che scherzi ti fa l'ottimismo.

E' che siamo stati ingannati dal fatto che, dopo l'orrore berlusconiano, intrappolati tra le fiamme dell'incendio appiccato dall'Imperatore Cerone, la faccia di Monti sembrava quella del pompiere che ci porta giù dalla scala salvandoci la vita ma ora ci rendiamo conto che forse era solo quella dello psichiatra che finge di stare dalla parte del torturato, lo consola, ne conquista la fiducia e poi lo riconsegna nelle mani degli aguzzini, togliendogli ogni residua speranza di salvezza.
Spero di sbagliarmi. Scusatemi, sto forse sragionando, mi sta venendo uno spreaddone a 600.

Update novembre 2013. Alleluja, in capo a un mese questa sorella vide la luce.

lunedì 5 dicembre 2011

Intervista sulla crisi (seconda parte)


Prosegue l'intervista con Carmenthesister, blogger di Voci dall'estero. La prima parte qui.

Esistono dei responsabili in carne ed ossa della speculazione finanziaria in atto in questi giorni? Pensi che siano dei singoli Gordon Gekko senza scrupoli che agiscono per il proprio particulare o  dei soldati che stanno combattendo la terza guerra mondiale con le armi nuove e non convenzionali dello spread, del rating e dei titoli tossici?

"Gettare la responsabilità su singoli disonesti o su una mancata vigilanza è un modo per sviare l'attenzione dal problema vero. E il problema vero è la leva finanziaria eccessiva.  Le istituzioni finanziarie comprano titoli a rischio perché sono poco costosi e offrono una remunerazione elevata, e addirittura questa esposizione anche a lungo termine è finanziata da pronti contro termine a breve scadenza, che costano poco, e sono ottenuti dando a garanzia i titoli tossici stessi che con questi soldi vengono acquistati! Sembra contorto, ma la legge permette queste cose, che provocano grave instabilità."

L'euro è veramente in pericolo? Gli stability bond (quelli che sentiamo chiamare anche euro bond) potrebbero rappresentare un argine alla speculazione, assieme alla creazione di una governance centralizzata dell'economia e della finanza continentali? La BCE dovrebbe stampare euro?
Insomma, quest'unità europea s'ha da fare a tutti i costi o immagini nel prossimo futuro una frammentazione ancor più accentuata di staterelli con divise dal prefisso "neo" che fanno a gara a chi si svaluta di più? Ed è pensabile per l'Italia, come suggeriscono alcuni, uscire volontariamente dall'euro per ritornare alla lira ed al vecchio giochetto della svalutazione per rendere vantaggioso l'export?

"A mio avviso la cosa migliore sarebbe riuscire a mantenere l'euro, riformandolo però, in modo che possa funzionare davvero. Nell'immediato sarebbe indispensabile  che la BCE si mettesse ad acquistare con decisione i bonds sovrani per sottrarli alla speculazione, e permettere agli stati  di finanziare il debito a tassi accessibili,  come avviene negli altri paesi, vedi USA o Giappone o Gran Bretagna.  
Gli eurobonds potrebbero funzionare solo con una BCE che  fa da "prestatrice di ultima istanza", altrimenti alla fine ci passano anche i paesi forti. C'è già stato qualche segno di minor fiducia anche nei confronti dei titoli Tedeschi, una vera fuga dall'euro in sè.
Certo a questo punto, se si mette in comune il debito e lo si finanzia via BCE, anche la politica fiscale dovrebbe essere centralizzata, ma non  questa politica tutta incentrata sull'austerità  fiscale! Il problema di fondo non è il debito sovrano, ma gli squilibri tra i paesi dell'eurozona, squilibri che lo hanno in certi casi provocato e in altri (come per l'Italia) aggravato. L'austerità fiscale non affronta il vero problema, se non tentare di compensarlo provocando una pesante e lunga deflazione dei salari e dei prezzi!  Una politica industriale seria potrebbe indirizzare i flussi di capitali dai paesi del centro in surplus verso degli investimenti produttivi nei paesi periferici, e non verso le bolle immobiliari o i consumi, come avvenuto sinora. I paesi del centro dovrebbero aumentare la loro domanda interna, aiutandoci ad esportare di più, e noi razionalizzare la spesa. Così gli squilibri tra paesi potrebbero essere gradatamente riassorbiti, e l'unione potrebbe funzionare meglio.
L'unione deve basarsi sulla cooperazione. Sono molti gli economisti che sostengono queste soluzioni, sia all'estero che anche in Italia, vedi ad esempio il documento degli economisti 2011, o anche questa proposta assolutamente originale  che meriterebbe davvero di essere studiata, ma ci sono molte resistenze politiche nei paesi forti, vedi Germania soprattutto.
L'approccio dell'austerità diffusa è sbagliato e fa addirittura desiderare di tornare alla lira, con tutte le gravi incognite che questo comporta, anche perché  il vecchio giochetto della svalutazione di cui parli non so quanto ancora potrebbe funzionare...Ma al limite ci sono proposte fattibili anche in questo senso, vedi ad esempio qui o qui."

Quindi è stato un errore far entrare nell'eurozona paesi economicamente poco affidabili come la Grecia e gli altri PIIGS, equiparandone le responsabilità di bilancio a paesi con ben altri fondamentali come, ad esempio, la Germania?

"Certamente, l'errore è stato di progettare una moneta comune tra paesi molto diversi, senza unione fiscale. Poi la stessa unione monetaria una volta introdotta ha permesso che  gli squilibri si approfondissero, facendoli diventare voragini, a causa della mancanza di quel riequilibrio automatico rappresentato normalmente dal mercato dei cambi. Se non ci fosse stato l'euro la Germania non avrebbe potuto accumulare  il suo enorme surplus verso i paesi periferici, né i capitali avrebbero potuto fluire altrettanto copiosamente dal centro alla periferia, indebitando  i pigs per spese improduttive."

Cosa ne pensi del Piano Rubik, ossia del trattato già firmato dalla Germania con la Svizzera, per il recupero delle tasse sui capitali esportati illegalmente, che verrebbero raccolte dalle banche della Confederazione tramite una ritenuta del 26% sui capitali ed inviate al Fisco dei paesi d'origine, in cambio del mantenimento del segreto bancario sui conti? Monti dovrebbe farlo firmare anche all'Italia?

"Penso che è da tanto che se ne parla, che dovevano realizzarlo già mesi e mesi fa, ma forse quelli che contano non hanno ancora provveduto a sistemare altrove i loro conti."

L'Italia sta pagando anni di immobilismo politico che l'hanno portata a poter credere di vivere alla giornata senza programmare la crescita,ottimizzare la spesa pubblica limitandone gli sprechi, mettere un argine alla corruzione ed all'illegalità diffusa. E' semplicemente quest'impasse che Mario Monti cerca di risolvere, o si è trattato veramente di un colpo di stato delle banche, come sostengono i complottisti?

"Non c'è dubbio che l'Italia è, dopo la Grecia, il paese dell'evasione fiscale e dell'illegalità diffusa. L'Italia ha certamente speso male, ma purtroppo questa sacrosanta verità, viene usata a giustificazione di politiche sbagliate e controproducenti.
Come si suol dire, si finisce col buttare via il bambino insieme all'acqua sporca.
Abbiamo un problema di cattiva amministrazione, di compenetrazione tra mafia, malaffare e politica, soprattutto al Sud ma questo non si risolve con il pareggio di bilancio! Né con tagli di spesa lineari, o con l'aumento della pressione fiscale, né con la svendita del patrimonio pubblico, anzi, caso mai il problema viene aggravato dalle privatizzazioni dei beni pubblici e dall'impoverimento diffuso.
Credo che questi problemi del nostro paese vadano riformati attraverso una regolamentazione attenta e una rivoluzione di efficienza nella pubblica amministrazione, che caso mai ha bisogno di mezzi, almeno in un primo tempo, prima di arrivare ai risparmi. Il Sud è sempre stato più povero, e nella povertà fiorisce la corruzione.
Quindi teniamo separati i problemi, non facciamo di tutta l'erba un fascio, non arrendiamoci al cervello rettiliano che si nutre di generalizzazioni!"

In conclusione, un'altra domanda provocatoria. Esiste la remota possibilità che nessuno sappia veramente come risolvere questa crisi globale perché la situazione è sfuggita di mano all'apprendista stregone?
Augurandoci che non sia così, è meglio essere pessimisti senza illusioni, ottimisti alla Berlusconi od ottimisti con cautela?

"Questo non lo credo. Anzi, penso che ci siano in potenza tante diverse soluzioni fattibili, ma manca la volontà di attuarle. In Europa in particolare, chi può pensa a massimizzare il proprio interesse, a scapito degli altri e dell'unione. Così facendo, c'è il rischio di arrivare al crollo.  Qualcuno, non ricordo più in quale articolo, paragonava la situazione attuale al cosidetto "gioco del coniglio": due giocatori, ciascuno alla guida di un'auto, si lanciano a tutta velocità verso un burrone. Il primo che gira o frena (fa il coniglio), perde la gara. Arriveranno a buttarsi giù tutti quanti insieme?
Forse noi dovremmo cercare di essere né ottimisti, né pessimisti, ma  osservatori, cercando di rimanere ben centrati in noi stessi anche se la situazione peggiora, e soprattutto praticare per quel che ci riguarda, ognuno nel suo piccolo, un attegggiamento economico "civile"."

Intervista sulla crisi (prima parte)


La situazione economico-finanziaria attuale sembra fatta apposta per scatenare nel cittadino medio una sindrome ansioso-depressivo-paranoidea, con la conseguenza di fargli perdere la lucidità necessaria per analizzare un problema così complesso.
La paura non è mai buona consigliera e, soprattutto in Rete, in questi giorni siamo sottoposti ad un overloading di informazioni le più diverse tra loro, tra teorie della cospirazione, analisi troppo complesse oppure improntate alla faciloneria, fino alla propagazione incontrollata di vere e proprie sciocchezze. Tutto ciò non fa altro che aumentare l'ansia e la confusione di chi legge.

Giorni fa, cercando informazioni un po' più specialistiche di quelle da fast-food mainstream sulla situazione economica, sono capitata su Voci dall'estero,  un blog che nel giro di pochi mesi ha conquistato molte letture e le prime pagine di Google. L'autrice, Carmenthesister, economista social oriented, traduce dall'inglese articoli di economisti, bloggers, commentatori e, allargando la visuale, cerca di dare delle risposte alle molte domande che la gente si pone sulla crisi attuale. 
E' nata così l'idea di un'intervista, di una conversazione tra bloggers che, scambiandosi opinioni ed osservazioni, sperano di contribuire, senza censure e condizionamenti, ad aumentare il livello di informazione dei propri lettori.
L'intervista, per la sua lunghezza e per comodità di lettura, viene proposta in due parti. 

***
In questi giorni siamo terrorizzati a mezzo stampa e TV da una parola sola: default. Penso che nessuno di noi abbia idea di cosa succederebbe esattamente se un paese intero fallisse. Si parla di banche che, dopo il fallimento, sprangherebbero le porte e sigillerebbero i bancomat sequestrando di fatto i nostri soldi; di perdite secche di tutti i nostri risparmi investiti in titoli - a parte forse i primi centomila euro coperti dal fondo interbancario. Cosette così, insomma. E' un gran brutto film, leggende metropolitane o tutto ciò è credibile e probabile? O c'è addirittura di peggio all'orizzonte?

"La prospettiva del default, o, come si dice con termine meno drastico, di una ristrutturazione del debito, è semplicemente nei numeri. Esistono in economia dei campanelli d'allarme ben precisi che indicano che un debito è inesorabilmente in aumento, e quando un debito grosso come il nostro aumenta, vuol dire che diventa insostenibile. Ebbene, questi campanelli adesso sono tutti accesi e lampeggianti. 
Il primo è il tasso di interesse che ci troviamo costretti a pagare sul debito, troppo alto rispetto alla crescita del paese. Questo significa che la nuova ricchezza creata in un anno non basta a pagare gli interessi. In queste condizioni, solo il "risparmio" del paese, il famoso "avanzo primario", può coprire questa differenza. Adesso l'avanzo primario è di gran lunga troppo basso, e quindi questo è il secondo campanello che sta suonando. Quando le due spie sono accese contemporaneamente, la situazione si definisce insostenibile. Noi ci troviamo in questa situazione. Il governo Monti deve arrivare a un avanzo primario tale da coprire la spesa per interessi e stabilizzare il debito. Ma c'è un problema. Possiamo anche stringere la cinghia, ma c'è la certezza di mandare il paese in recessione. E così questa politica di austerità rischia di assomigliare ad una fatica di Sisifo, del tutto inutile perché alla fine il debito aumenta in percentuale del Pil, che intanto diminuisce. Senza una modifica delle regole europee, sinceramente io non vedo come evitare il default."

Se la situazione è grave, ci sono manovre pratiche di autodifesa che il piccolo e medio risparmiatore può adottare contro l'ipotesi più infausta, ossia il default? Se ne sentono di tutti i tipi. C'è chi consiglia di portare i soldi legalmente in Svizzera, di investire in oro, di ritirare il contante dalla banca ed affidarlo al caro vecchio materasso, di investire in dollari, di comperare casa sull'Unter den Linden a Berlino. Cosa ne pensi? Secondo te chi sarebbe la persona più adatta - e possibilmente privo di conflitti d'interesse come, ad esempio, le banche - a consigliare un risparmiatore in questo frangente?

"Intendiamoci, è possibile  che alla fine il default non ci sarà, perché nell'emergenza più nera i politici si muoveranno, saranno costretti a farlo, ma, come si dice, fidarsi è bene... quindi sì all'autodifesa preventiva, calibrata sulla situazione di ognuno.
Se si hanno almeno centomila euro, può valere la pena di proteggere i risparmi aprendo legalmente un conto in Svizzera. Questo salverebbe dal rischio euro, forse dalla patrimoniale, dipende se si ricordano di tassare anche i conti all'estero. Si può anche investire nella casa a Berlino, sulla rete ci sono dei gruppi di acquisto a condizioni molto interessanti, o per chi è più intraprendente anche nei paesi del Sud America, per esempio. Il materasso (o la cassetta di sicurezza) rimane però sempre valido, secondo me, per chi magari ha di meno e vuole  proteggersi almeno dal rischio della temporanea chiusura degli sportelli, se non addirittura  di un  eventuale fallimento bancario, o di patrimoniale spalmata anche sui meno ricchi. Se si conosce qualche consulente finanziario indipendente, magari un blogger che si dimostra accorto nelle analisi e nelle previsioni, sarebbe meglio non perdere tempo. Mai rivolgersi alle banche, però, che come dici bene sono in conclamato conflitto di interessi."

Una domanda provocatoria. Secondo te è possibile che la crisi globale venga amplificata con una buona dose di terrorismo psicologico al fine di ottenere da noi cittadini, già che ci siamo, qualcosa in ambito politico che in altre situazioni sarebbe improponibile? Questo qualcosa potrebbe essere l'imposizione di un livello più basso di democrazia necessario alla sopravvivenza di un sistema in crisi quasi irreversibile? Una volta che questo qualcosa venisse ottenuto, la crisi potrebbe scomparire dalle cronache, un po' come è successo per la guerra al terrorismo?
In fondo anche nel 2001 ci fu una crisi economica gravissima, poi l'11 settembre provvide a distrarci e a farci concentrare sulla guerra e per un po' non si parlò più di problemi finanziari. Ciò implica infine che una nuova guerra potrebbe risolvere la questione, rimandandola per un po'? Insomma, ciò che tiene in piedi il tardo capitalismo è proprio la shock economy?

"Qui fai venir fuori il mio lato "complottista". Vedi, la crisi del debito sovrano è figlia degli squilibri covati per lunghi anni a causa del meccanismo dell'euro, che ha riunificato sotto regole comuni dei paesi con differenze strutturali abbastanza forti, privandoli dei meccanismi del mercato che di solito provvedono a riequilibrare dei deficit o dei surplus eccessivi, come il tasso di cambio o il tasso di interesse diversificato. Molti economisti, soprattutto economisti americani anche importanti, l'avevano già detto che l'euro non poteva funzionare...quindi, la mia conclusione non può essere altra che i padri dell'euro sapevano, avevano previsto che tutto questo sarebbe accaduto, e l'hanno  voluto ugualmente. Perché?
Tutta la costruzione Europea è stata fatta col metodo dei "piccoli passi", che significa in parole povere mettere il carro davanti ai buoi, arrivare pian piano nei fatti a cessioni di sovranità nazionali anche importanti senza dichiararlo apertamente, e quindi senza passare attraverso l'altrimenti inevitabile processo democratico di una costituente, con tutti i rischi connessi.  Adesso penso che intendano forzare i paesi a una cessione di sovranità sul piano economico e  fiscale, per indirizzarli verso un'austerità sociale e una riduzione dell'intervento pubblico che in altre circostanze sarebbe sembrata inaudita, mentre è ben difficile osare di dire  no, davanti all'emergenza del default. Hai detto bene. E' una shock economy formato europeo. Quando la vedi sugli altri non pensi mai che possa succedere anche al tuo paese, invece..."

Mi vengono in mente tutte le polemiche attorno al Trattato di Lisbona, visto come il primo passo verso la perdita di sovranità dei paesi europei.
E' possibile che questa crisi sistemica sia provocata dalla trappola della crescita ad ogni costo? Da un sistema che si sta autoincaprettando nell'inseguirla? Esiste veramente, come ripetono a noia gli imprenditori, la possibilità di una crescita continua, praticamente esponenziale dell'economia, quando a noi profani pare che le risorse energetiche, e non solo, siano limitate? Questi imprenditori non staranno pensando solo alla crescita dei loro profitti? Quella che stiamo vivendo è solo una delle crisi periodiche del capitalismo o stavolta il caro vecchio sistema rischia proprio di fare il botto?

"Da quel che ho capito io, questa necessità della crescita, che bada bene è una necessità reale - se un paese non cresce e ristagna o va in recessione c'è disoccupazione e crisi – è causata dal meccanismo del debito e dell'interesse. Siccome nell'economia di oggi la grande maggioranza della moneta esistente è moneta a debito, creata dal sistema bancario dando a credito ripetutamente i depositi dei clienti, l'attività economica è gravata dalla necessità di ripagare gli interessi, e questi vanno ripagati da un reddito che necessariamente deve crescere.  Oggi abbiamo dappertutto nel mondo una quantità impressionante di debito, pubblico o privato che sia. Il circolante, la moneta non bancaria, è solo una piccola parte (circa 10%) della moneta totale. Immagina quindi quanto il debito schiaccia l'economia con un ossessivo quanto irrealizabile bisogno di crescita."

Cosa ne pensi di chi invoca un ritorno a Keynes ed alle politiche di ispirazione rooseveltiana per uscire dall'impasse attuale? E' corretto il paragone tra questa crisi e quella del 1929 in un mondo completamente diverso, soprattutto tecnologicamente, da quello di allora?

"La politica Keynesiana, che voleva realizzare un capitalismo illuminato dal volto umano, e per qualche decennio c'è riuscita, è stata messa in crisi dalla globalizzazione. Lo Stato  non può più fare le sue scelte di  politica economica in un contesto dove il grande capitale sfugge alle regole nazionali, dove la competizione per esportare e procurarsi le necessarie riserve valutarie costringe a controllare salari e prezzi scordandosi della domanda interna.
In questo contesto, la politica Keynesiana, o è globale, o non è.
Secondo me comunque occorre superare la contrapposizione stato/mercato con un'economia finalmente "civile". Siamo noi, gli operatori economici, che non dobbiamo comportarci da "homo economicus" avulso dai sentimenti, dall'etica, dalla necessaria armonia con gli altri, che non dobbiamo perseguire il massimo profitto ad ogni costo. Delegare allo stato il problema della redistribuzione e dell'equità – e della domanda - è in fondo un modo per lavarsene le mani,  accettando come altra faccia della medaglia un mercato selvaggio che da parte sua fa le brutture che vuole. Ci vorrà del tempo, ma bisogna sempre più pensare in questa direzione. In proposito, raccomando di leggere o ascoltare qualcosa di Stefano Zamagni, ad esempio qui."

Stiamo definitivamente dimostrando che il mercato non è vero che si autoregoli senza bisogno di controlli - come sostengono i liberisti - e che, anzi, ha più che mai bisogno di regole nel momento in cui si confronta con i rischi della speculazione?

"Sono d'accordissimo, la deregolamentazione ha provocato disastri. A mio avviso in primo luogo bisognerebbe riportare le banche alla loro funzione creditizia tradizionale, con una netta separazione rispetto all'attività di investimento finanziario, che mette a rischio i depositi dei clienti, fa lavorare le banche in conflitto di interesse, e penalizza il credito alle imprese. La finanza speculativa e ultraspeculativa poi non dovrebbero proprio esistere. Io sono molto radicale in questo. Secondo me non bisogna poter vendere cose che non si posseggono, per esempio. Ma la difficoltà è che bisogna imporre  le regole a livello globale, altrimenti è inutile."

Fine prima parte - Continua.

venerdì 2 dicembre 2011

Dyo ci si arrapa con i marines*


Lo prometto, è l'ultima volta che mi occupo di lui. E' che oggi un amico mi ha segnalato un'altra uscita del nostro eroe sul "Foglio" di ieriun piccolo capolavoro di inutile omofobia contenente almeno una tripletta alla Cavani di perle assolute. Datosi che avevo un po' di tempo libero, ne ho approfittato per leggermi anche qualche paginata di quelle che lui definisce  "preghiere". Alla fine, si rischia di confondersi e pensare di essere finiti su "Pontifex".
Quando parla di omosessualità, argomento della preghiera di ieri, il Langone è tremendo e mi ricorda - anche fisicamente - il colonnello dei marines Fitts di "American Beauty", quello che vede froci dappertutto e perfino camminare sui muri, che tormenta di continuo il figlio per paura che gli si infroci a tradimento e poi, in una notte di pioggia, loro due soli nel garage, stampa un bacio indimenticabile sulla bocca del vicino di casa, Kevin Spacey.
Non voglio insinuare nulla, solo notare che certi gay sono criptati così bene che nemmeno il re degli hacker riuscirebbe a crackarli.

Prima perla del Langone.
"Ho sempre sentito l’omosessualità come un’offesa alle donne: possibile che loro, le vilipese, non la pensino così?" 
Poffarbacco, e perché mai dovrebbe essere un'offesa?  Non è mica obbligatorio amarci o desiderarci, tesoro. Se due ragazzi si amano a noi donne fanno solo tanta tenerezza. Si, magari se scopriamo che il figaccione che ci arrapa preferisce i maschi ci rimaniamo un po' male, lì per lì, ma possiamo sempre diventare amici, nell'attesa di convertirli.

Seconda perla.
"Non credo che una canzone d’amore per gatti possa fungere da canzone d’amore per topi. Non credo in un amore che prescinda dall’oggetto e possa rovesciarsi indifferentemente su maschi, femmine, bestie, piante, minerali…"
Ma certo, un poetastro del Trecento, sicuramente un po' così, perché quella storia degli svenimenti con Virgilio mi puzza, scrisse: "L'amor che move il sole e l'altre stelle". Senza contare che un predicatore ebreo di duemila anni fa ci fece una carriera, sul concetto di amore universale. Finì male perché anche allora il mondo era pieno di pontifexsi.

Terza ed ultima perla:
"Ma come fanno le mie amiche ad ascoltare Antony and the Johnsons, Tiziano Ferro, George Michael?"
Oh, caro Langone, c'è di peggio. Noi donne siamo delle vere depravate. Io riesco perfino ad ascoltare Elton John, Sylvester, i Bronski Beat, Frankie Goes To Hollywood, Dead or Alive, Boy George, (ah, gli anni Ottanta!), Ricky Martin, Michael Stipe, Ciaikovsky, Handel e l'unico ed indimenticabile Freddie Mercury. Senza sentirmi per nulla offesa. Anzi, mi piacciono pure.
A proposito, sto pensando a della musica sicuramente etero, maschia e con le palle dure come il marmo ma, a parte "La sagra di Giarabub" e "La canzone del sommergibilista", sarà un caso, ma non mi viene in mente nulla. Che poi, anche quel "Camerata Richard", in fondo, a me pare ambigua assai.


* Sergente Hartmann "Full Metal Jacket"

giovedì 1 dicembre 2011

Forza nuora


Mi piace quest'idea di fare l'autopsia agli articoli altrui, mi piace assai. Così, rubo l'idea a Paolo Barnard e mi occupo subito di colui che giace sul mio tavolo autoptico, massacrato da orde di facebookiani, twitteroli, bloggers ma soprattutto donne e uomini di buona volontà, indignati per il concetto da lui espresso ieri su "Libero", nell'articolo "Togliete i libri alle donne e torneranno a fare figli". Uno di quei titoli da perfetta suocera fascista vs. nuora troppo emancipata che si pensava fossero ormai scomparsi da tempo immemorabile nelle nebbie della storia e che invece ogni tanto riemergono dall'ombra in pochissimi e preziosi esemplari. Volantini di Forza Nuova inclusi.
In soldoni, il fatal concetto è quello che, per evitare il sorpasso demografico delle femmine islamiche e straniere in generale, sempre con la pagnotta nel forno e presumibilmente ignoranti come capre, è necessario che le donne italiane non si dedichino più a studi superiori (lui parla di Università, speriamo che almeno possiamo continuare a frequentare le elementari così da imparare a leggere e far di conto). Private delle distrazioni culturali e ripiombate nei secoli bui dell'analfabetismo, le italiane ricominceranno così in automatico a fare figli, a scodellare marmocchi fino a farsi scoppiare i lombi.
La base scientifica di tale bizzarra tesi sarebbe tratta da un fantomatico e non citato studio partorito dall'Harvard Kennedy School of Government. I poveretti si erano limitati a far notare che statisticamente, le donne più colte tendono più facilmente ad essere nubili. Non l'avessero mai fatto. L'intellettuale teo-con ci si è subito catapultato a pesce, fraintendendo a suo vantaggio.
Il poveraccio però, colpito da innumerevoli fendenti di ludibrio elettronico a causa di quest'articolesso, è ora ridotto molto male.

Incominciamo dunque l'autopsia. Alla ricognizione esterna il soggetto appare maschio, di età indefinibile ma presumibilmente da quarantino che ne dimostra cinquanta o da cinquantino schietto portato male. Cattolico praticante, quindi non circonciso. Razza caucasica.
Pratico il taglio a T ed asporto la cassa toracica per l'esame degli organi interni. Niente di particolare da osservare, quindi passerò all'esame dell'encefalo.
Il cervello è ben formato ma presenta numerose recidive di pensiero misogino. Una, molto recente, risale all'anno scorso, quando scrisse: "Genitori che avete una figlia in età da università: se volete nipotini che vi tramandino e che la realizzino, risparmiate sulle tasse universitarie e regalatele un bel vestito». (1.9.2010, Il Foglio) che, più o meno, è identica a quella che ne ha provocato l'exitus.

Un'altra, molto interessante, situata proprio al centro del cervello primitivo, tra la negazione del Darwinismo (che lui definisce: "superstizione pseudoscientifica che ci considera discendenti dalle scimmie") e l'oscurantismo cattolico, si intitola: "Maschio, vuoi sopravvivere? Non cucinare." Dove si auspica che le donne tornino ai fornelli a spignattare piatti a lunga preparazione tipo u tuccu e la pastiera napoletana per evitare che escano a complottare con Umberto Veronesi per instaurare un'hitleriana superiorità biologica femminile. (Giuro!)
E che, ovviamente, gli uomini la smettano con quell'hobby un po' ambiguo della cucina. In culo a Vissani e a tutti i più grandi chef (maschi) del mondo, immagino.
Occhio anche alla ceretta maschile.
"...il damerino liscio, depilato e fotogenico è invitato a lasciare il campo a chi sa cambiare una ruota, a chi è capace di difendere la fidanzata dai malintenzionati, pagarle la cena e consentirle di licenziarsi. Perché una vera donna lavora solo in casa, per il suo vero uomo." (L'elogio del maschio con le palle: alle donne piace fascista." (Libero, aprile 2011)

Sto cercando eventuali tracce di ironia in queste placche misogine ma non riesco a trovarle, per cui il quadro è più grave di quanto pensassi. Temo proprio che il soggetto pensasse ciò che esprimeva per iscritto.
Prelevo dall'articolo incriminato alcuni campioni da inviare in istologia:

"I figli una volta erano braccia per i campi e da grandi bastoni per la vecchiaia".
"Io sono di destra perché sono realista: le ideologie e le utopie non me le bevo." [Però crede nella più clamorosa utopia di tutti i tempi, il Cristianesimo. n.d.r.]
"Mi capita sempre più spesso di trovarmi completamente circondato da stranieri (alla stazione di Brescia, in viale IV Novembre a Reggio Emilia, sui regionali notturni in partenza da Bologna...) e mi sembra di vivere un incubo."
"Il vero fattore fertilizzante è, quindi, la bassa scolarizzazione e se vogliamo riaprire qualche reparto maternità bisognerà risolversi a chiudere qualche facoltà."

Basta, ok, riportatelo in cella frigorifera.


P.S. Io ho condotto l'autopsia, ma la diagnosi impeccabile e fulminea, da Dr. House, l'aveva già fatta Galatea.

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