giovedì 25 gennaio 2018

Dal tramonto della libertà all'alba della speranza



Ieri qualcosa è cambiato. Un pianeta ostile è finalmente uscito dal nostro segno e possiamo sperare nell'inizio di un nuovo ciclo positivo sotto congiunzioni favorevoli. Merito di questo video.


Dopo quella di Claudio Borghi Aquilini, la candidatura di Alberto Bagnai alle prossime politiche è la mossa vincente di Matteo Salvini. Vincente perché si tratta delle persone che, negli ultimi sette anni,  si sono impegnate per prime e con ogni vento contro ad analizzare, dal punto di vista scientifico ma non solo, anche profondamente umano, la realtà di una catastrofe denominata EUro, per cercare di porvi un rimedio e fornirne una via d'uscita.
Chi li conosce entrambi perché li segue fin dai primi video con Claudio Messora e i primi post sui blog, sa che è esclusivamente merito loro se, in Italia, chi non capiva una mazza di economia ora sa cos'è un'area valutaria ottimale, un'IDE e sa distinguere una crisi da debito pubblico da una crisi di debito privato, a differenza della maggioranza degli scribacchini di regime che okkupano le reti televisive e che sono incaricati di diffondere la Fakenews Suprema antica e accettata.
Un numero enorme e crescente di persone che fino ad allora si erano disinteressate di economia perché fino a quel momento l'economia non aveva mai cercato di ammazzare loro e le loro famiglie, sono stati dotati, da Borghi e Bagnai, dei mezzi cognitivi per comprendere a quale livello di criminale ottusità le forze politiche dell'altra parte si stessero impegnando a portare a termine il compito a loro assegnato, da bravi servi, dal padronato sovranazionale: la demolizione controllata di uno dei paesi più belli, più nobili, ricchi sia materialmente che culturalmente e civilmente avanzati del pianeta.

In questi sette anni abbiamo visto l'opera a rovescio compiersi sotto i nostri occhi.
Non mi era mai capitato, nei miei primi cinquant'anni e oltre assai, di camminare per strade intere di negozi chiusi e abbandonati, di voler tornare in quel nuovo emporio così ben assortito, inaugurato appena sei mesi fa, e di non trovarlo più. Chiuso, fallito, con le vetrine coperte da fogli di giornale. E di guardare il nuovo portone di casa pensando che la ditta che me lo installò, solo quattro anni fa, non esiste più. Fallita. Questi sette anni di guai inaugurati dal governo Monti ci hanno mostrato ricchezze dilapidate, bellezze saccheggiate, umanità oppressa e decimata, in preda alla depressione ed alla sfiducia, impoverita e umiliata; città ridotte a latrine in mano a feccia accuratamente selezionata nei peggiori recessi del terzo mondo affinché arrecasse il maggior disturbo possibile ad un popolo che, sotto attacco e sotto il tallone di ferro di una dittatura che ricorda, nel grugno, i tratti di quelle ben note ai nostri amici dell'Europa dell'Est, non a caso i suoi maggiori critici, sta esaurendo giorno per giorno ogni residuo di pazienza.

Condivido il post odierno di Maurizio Blondet che analizza la positiva, anzi, ultra-positiva novità della candidatura di Bagnai. Mi piace molto il discorso che fa sull'umiltà del politico Salvini che, sfatando una tradizione nostrana non soltanto politica ma accademica (quanto è vero!), è andato a chiedere aiuto e a candidare persone migliori di lui, per competenza tecnica, senza timore di poter esserne offuscato nei dibattiti pubblici. 
Condivido tutto il discorso tranne il lugubre disfattismo finale che non tiene conto di un elemento chiave che penso farà la differenza alle prossime elezioni - non solo riguardo al risultato della Lega ma a quello a sorpresa della destra sociale - e che è riassumibile in un concetto greve ma assai chiaro: la gente si è rotta i coglioni. 
Se li è rotti di tutto ciò e tutti coloro che sappiamo ma che abbiamo imparato a non nominare in pubblico, per poterceli chiamare con il loro vero nome nel nostro scantinato-scannatoio privato, al riparo dalle sentinelle occhiute e orecchiute del politicamente corretto. Ormai, di fronte al quotidiano spettacolo di degrado e di occupazione di sempre più ampi spazi di libertà, tra di "noi" basta un fugace scambio di sguardi per capirci, per sapere cosa non va, cosa andrebbe cambiato e cosa andrebbe eliminato. Conosciamo nome, cognome, indirizzo, codice fiscale e gruppo sanguigno del nemico. Non abbiamo più dubbi. Non vi è più incertezza su cosa dobbiamo temere e da cosa dobbiamo difenderci. Ogni trucco dialettico, ogni mascheramento di intenzione dietro il suo contrario è stato svelato.
Perché non se ne può proprio più. You know what I mean.

A questa devastazione, compiuta dalla stessa gente, dagli stessi abusivi apparentemente innocui perché adeguatamente intontiti, ma in realtà letali che vanno in tv con il culo di fuori e strofinandotelo sullo schermo a dire: "C'è una forte ripresa in questo paese che non bisogna interrompere con un voto populista", non bisogna rispondere con la rassegnazione, con l'odioso "è tutto finito" ma con la forza che Iddio concede sempre a chi ha deciso di ribellarsi. 
E' ovvio che la tentazione di reagire con la rabbia e l'aggressività, è forte. 
Stasera, uscendo dal supermercato, ho notato la presenza di un banchetto dell'Unicef e di due giovani intenti a fermare i clienti con il solito aggressivo e ricattatorio: "Ciao, vuoi aiutare i bimby????!!!"
Ebbene, oltre al rifiuto infastidito di un paio di persone e i borbottii e le spallucce di altri, ho sentito qualche insulto e un chiaro e forte "ma non vi vergognate?"
Io sto in Piddinia, in zona rossa, attualmente nel senso della rabbia. Vi assicuro che i discorsi che sento, essendo ogni giorno a contatto con il pubblico, a volte stupiscono anche me che sono ormai assai disinibita riguardo alle ricette da applicare per ristabilire il livello ottimale di civiltà che qualcuno invece si è messo in testa di strapparci di dosso. La nota base di "quelli là" è ammutolita, non si azzarda nemmeno ad aprire bocca. Gli altri parlano e, se gli dai corda, buttano fuori tutto ciò che forse sono anni che aspettavano di poter dire.
Occorre quindi  incanalare quest'energia proveniente da persone disposte ad invertire la rotta verso la catastrofe, in un progetto chiaro e concreto di riscatto e rinascita. Per salvare il nostro meraviglioso e unico paese e la sua straordinaria e unica gente è importante poter contare su un punto di riferimento.

Confesso che fino a ieri ero perplessa sull'apparentamento con Berlusconi. Non per il personaggio in sé (gli anni del berlusconismo di appartenenza e a comando della piddina idiota che fui sono per fortuna lontani e sepolti) ma per la sua dipendenza dai poteri forti ai fini della sopravvivenza e dal suo essere stato per vent'anni lo sparring partner della sinistra incaricata in appalto della demolizione. Un perfetto gatekeeper, il primo della lista e ben prima dell'avvento del M5S. Chi mi garantiva che, dovendo egli dipendere da una sentenza "europea", seppur indipendente dalla UE, per poter ottenere di nuovo la candidabilità in politica, non avrebbe egli cercato un compromesso con i nostri avversari? Chi garantiva che non avrebbe fatto l'inciucio salvavita con il Partito Bestemmia?
Ero perplessa anche perché, indubbiamente, ci veniva chiesto dalla Lega di effettuare un investimento ad alto rischio basato su una scommessa dentro un'altra scommessa. Avremmo vinto la posta, ovvero la nostra linea su UE e euro avrebbe prevalso se: 1) avesse vinto il centrodestra e 2) all'interno della coalizione, la Lega avesse avuto più voti di Forza Italia. Avrebbero quindi dovuto avverarsi entrambe le condizioni in congiunzione. Con tutto il bene che posso volere a Borghi, che fu il primo a farmi scoprire l'argomento euro grazie a un video che incredibilmente, per l'epoca, riusciva a parlare di uscita senza evocare scene apocalittiche, mi pareva una specie di gioco con i derivati.

La garanzia che cercavo - dopotutto sono genovese - che ha sciolto le mie riserve, è giunta con la candidatura di Alberto Bagnai che raddoppia ed esalta il significato di quella di Borghi e impedisce di fatto a Salvini di poter più tornare indietro da quella che, occorre dargliene atto, è una dimostrazione di coraggio e assunzione di responsabilità nei confronti del paese. Se sapete ancora cosa significa il concetto di metterci la faccia.
Conoscendo il nemico e la sua pericolosità e, dall'altra parte, vedendo su chi possiamo ora contare come rappresentanti delle nostre istanze, persone che stimiamo e ormai possiamo dire di conoscere come pochi altri candidati, credo non vi siano più dubbi sulla necessità di appoggiare con tutte le nostre forze il progetto della Lega, di Borghi, Bagnai e Salvini e portare la loro e la nostra voce in quello che sarà, vivaddio, il primo Parlamento legittimo da sette anni. Sperando che i guai possano finalmente finire.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...